Se una foto sa fermare nel tempo un attimo e lo cristallizza come sospeso, senza un prima e senza un dopo, un video riesce, a suo modo, a esplorare un'emozione e prova a spiegare il senso stesso del tempo in un racconto di azioni framezzate, che scandiscono l'intreccio di un singolo gesto, che per l'occhio del presente è solo una scia tra l'intento e il risultato; quella stessa scia è il risultato più intenso da raccontare sia per un operatore di camera, sia per un montatore video.
Niente come un video trasforma un'abitudine, per certi banale, in un'emozione. Per esempio siamo abituati a chiedere e ritrovarci un gelato in mano e quello per noi è il risultato e spesso è dato per scontato, ma un video, no, è in grado di farci comprendere potenzialmente ogni singola traccia di un percorso partendo da Ines, una mungitrice, che si sveglia a Egna, vicino a Bolzano, che prima di accorgersi dell'occhiolino del sole, ha già raccolto il latte da dare alla ditta, che lo trasporta; potremmo vedere il viaggio di quell'autocisterna, che arriva a Trento, guidata da un uomo di mezz'età ricco di sorrisi e una radio, che urla Iggie Pop con la sua "the Passenger"; Potremmo vedere in provincia di Belluno anche delle mani vecchie, ma esperte, che raccolgono tutto il giorno delle fragole, dei mirtilli, delle more, le selezionano per qualità, e le ripongono con fermezza e velocità mai pensate in piccole vaschette con un quadrato di carta assorbente, riciclata e colorata sul fondo, tra la plastica e i frutti; potremmo capire come un macchinario automatizzato riesca dal contenuto di un'autocisterna a mettere il latte dentro al suo classico brik, o come sia stato sognato, progettato, vari fallimenti di realizzazione, reso prototipo, brevettato, raccontato agli investitori per poi essere realizzato in linea; potremmo vedere Giulia, una ragazza, che per mantersi all'Accademia di Belle Arti, tra una tavola da disegno e un libro sulla vita di Van Gogh, prepara gli ingredienti della mattina, prende in mano i postit, che le ha lasciato il titolare, che finalmente è riuscito ad andare in ferie con la famiglia, e tra la gestione delle temperature e delle tempistiche, combina il tutto per una perfetta mantecatura in un piccolo laboratorio dietro Piazza dei Signori; Potremmo vedere Anna correre per scale vestendosi, preparare al volo una colazione, controllare le cartelle dei figli, se hanno tutti i libri, se hanno fatto tutti i compiti, vederla portarli a scuola, trovare del traffico, vederla trattenersi dalle imprecazioni per quel tale, che ha inchiodato davanti a lei perché si è accorto di aver sbagliato strada, potremmo vedere sempre la nostra Anna lasciare i bimbi a scuola, ripartire, girare l'angolo e alzare il volume dell'autoradio cantando sopra Dalla in "Quant'è profondo il mare", e poi parcheggiare e arrivare di fretta e furia, aprire il suo negozietto, piccolo, ma grande, che gestisce col fratello; e poi c'è Luca, che ordina una pallina di gelato ai frutti di bosco, che non sa assolutamente nulla di tutto queste avventure e di questi eroi, perché, che lo voglia o no, il suo risultato è quella singola pallina di gelato, se invece avesse visto questo video, che hai ancora in loop nei tuoi pensieri, sicuramente per Luca quella stessa pallina di gelato, che ormai ha un gusto molto più intenso, non rappresenterebbe più il risultato, ma sarebbe uno dei tanti tantissimi risultati, che compongono lo sconfinarsi del presente.
Un video ha la magia della cultura, è in grado di prendere un'azione fatta per abitudine e trasformarla in una scelta.